Quincy Jones, leggenda della musica e produttore di alcuni tra i più celebri album della storia, è morto ieri, 3 novembre 2024, all’età di novantuno anni e con lui se ne va una grande figura che ha lasciato un segno profondo nella musica pop, jazz, soul e cinematografica, distinguendosi per una versatilità rara e una straordinaria capacità di creare connessioni artistiche e culturali tra generi e generazioni.
È stato un innovatore e uno dei musicisti più influenti del XX e XXI secolo, capace di attraversare generi diversi con uno stile inconfondibile, frutto di un profondo percorso formativo e di una costante apertura alla sperimentazione. Nato a Chicago nel 1933, Jones iniziò il suo cammino musicale come trombettista jazz, per poi trasferirsi a Parigi dove studiò con Nadia Boulanger, una delle più celebri insegnanti di composizione del Novecento, nota per aver formato generazioni di compositori. Fu proprio lei a incoraggiarlo a esplorare una visione musicale ampia e audace, fondendo elementi classici e moderni, un insegnamento che avrebbe caratterizzato tutto il suo lavoro successivo, confluendo in una visione musicale che fondeva classico e contemporaneo, jazz e orchestrazione, rafforzando un approccio multidimensionale alla composizione.
Il talento di Quincy Jones nell’arrangiamento orchestrale si manifestò sin dai primi anni, grazie a collaborazioni con artisti come Count Basie e Frank Sinatra, per i quali ideò arrangiamenti ricchi di complessità timbrica e ritmica. Tuttavia, è probabilmente il suo lavoro come produttore per Michael Jackson a essere maggiormente ricordato: con Off the Wall, Thriller e Bad, Jones rivoluzionò infatti la musica pop, introducendo armonie stratificate e un uso pionieristico delle tecnologie di registrazione. In Thriller, ad esempio, combinò strumenti acustici e sintetizzatori in modo tale da creare un suono potente e tridimensionale che avrebbe ridefinito gli standard della produzione musicale pop degli anni ‘80 .
Oltre al pop, Jones portò la sua sensibilità innovativa nel cinema, componendo colonne sonore che intrecciano jazz, blues e orchestrazioni, come in In the Heat of the Night e The Color Purple. In queste opere utilizzò il linguaggio orchestrale per potenziare il dramma visivo, dando prova di un eclettismo raro e di una profonda capacità narrativa. Tra le sue colonne sonore più rappresentative, The Pawnbroker è una delle prime a integrare jazz e musica classica contemporanea, precorrendo l’idea di una colonna sonora come vero e proprio co-protagonista del film.
Jones ha anche avuto un ruolo fondamentale come promotore culturale e mentore, fondando la casa discografica Qwest Records e la rivista Vibe, e offrendo sostegno a giovani talenti. Negli ultimi anni, con la creazione di Qwest TV, una piattaforma streaming dedicata al jazz e alla musica sperimentale, ha reso disponibile un prezioso archivio musicale, confermando il suo impegno nella diffusione e nella valorizzazione delle arti musicali a livello globale.
Quincy Jones ha rappresentato un modello di grande apertura e innovazione, dimostrando come l’arte possa evolvere attraverso la fusione di generi e linguaggi. La sua capacità di orchestrare non solo la musica ma anche collaborazioni artistiche e tecnologie di registrazione ha reso il suo contributo un esempio duraturo per compositori e produttori di oggi e di domani.